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Accadde oggi: 1 settembre 1960 Duilio Loi diventa campione del mondo
L’ 1 settembre 1960 è l’inizio forse della più importante settimana della nostra boxe. Allo Stadio San Siro Duilio Loi conquista il mondiale dei superleggeri. Dopo Primo Carnera e Mario D’Agata è il terzo italiano a conquistare il titolo più importante. Pochi giorni dopo il trionfo alle Olimpiadi di Roma. La boxe all’ epoca aveva molteplici estimatori, dappertutto si parla dei nostri campioni. Un vero e proprio boom di queste sport che difficilmente ritornerà, anche se la speranza…è dura a morire. Quell’ 1 settembre Vittorio Strumolo, aiutato da Aldo Spoldi, riesce ad organizzare a San Siro davanti a più di 60mila spettatori un mondiale che sono in molti a definirlo una sorta di “Viale del tramonto”. Duilio Loi con una carriera piena di soddisfazione ha compiuto 31 anni, gli rimane però il colpo gobbo per chiudere alla grande. Pochi mesi prima Loi era andato in America per incrociare i guanti con il portoricano. Agli yankees non piaceva la boxe europea, ma in quell’occasione apprezzarono molto la classe e la grinta del triestino. Il verdetto fu favorevole a Ortiz e furono in molti a contestarlo. A Milano si disputava la rivincita con il mondiale in palio. Ortiz ricevette una bella borsa per venire in Italia, ma era anche convinto di poter vincere in tutta tranquillità. E così sembrava nelle prime 6 riprese accumulando un buon vantaggio su di un Loi irriconoscibile, quasi solo propenso a cercare di terminare il match in piedi. Ma dalla VII ripresa le cose cambiarono, all’improvviso Loi scattò con un rabbioso gancio sinistro doppiato da un destro pesante. Probabilmente Ortiz accusò molto questa combinazione. Il portoricano rallentò il ritmo e subì in maniera appariscente il ritorno di Loi che ragrannellò punti su punti soprattutto nell’XI-XII-XIII round, per poi calare negli ultimi due round con qualche apprensione per il grande pubblico milanese. Due giudici assegnarono il verdetto a Loi (74-73, 72-69), mentre uno vide il pari 72-72. Il pubblico era in delirio, quel titolo mondiale che il nostro pugile avrebbe meritato già qualche anno prima tra i leggeri, adesso era stato conquistato nello Stadio più famoso d’Italia.